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FAQ

Risposte rapide a domande frequenti

Bisogna essere musicisti per poter accedere ad una scuola di musicoterapia?

La situazione formativa italiana a tal proposito ultimamente si sta uniformando su uno standard di accesso alle scuole che viene indicato nel “diploma di compimento inferiore di pianoforte o competenze musicali equipollenti verificabili”. Ovviamente da questo standard c’è chi si allontana per difetto accettando una più vaga “competenza musicale di base” e chi si allontana per eccesso richiedendo come ammissione il “diploma di conservatorio”. La problematica però va ben al di la delle competenze richieste: in base al peso che si da alla formazione musicale infatti una scuola dichiara indirettamente l’appartenenza ad un orizzonte di senso che privilegia quella che Kenneth Bruscia distingue in “Musica in terapia” o “Musica come terapia”.

La figura del musicoterapista è una figura professionalmente riconosciuta dallo Stato?

Attualmente il musicoterapista non è un professionista riconosciuto dallo Stato Italiano. Ciò non significa che in Italia non ci siano musicoterapeuti anche all’interno di Istituzioni Pubbliche.

Musicoterapista o musicoterapeuta?

La differenza tra questi due termini è una querelle tipicamente italiana. Nei paesi anglosassoni si usa semplicemente il temine therapyst, da noi invece si differenzia.
In Italia la maggior parte delle associazioni formative usa questa distinzione: il musicoterapista è il tecnico, colui che lavora nel presente e attua il programma deciso dal “musicoterapeuta”. Il musicoterapeuta è la figura con maggior responsabilità e formazione e che solitamente possiede anche una formazione in ambito sanitario (medico, psicologo).

Quali sono i possibili sbocchi professionali di un musicoterapista?

Anche se la figura del musicoterapeuta non è riconosciuta dallo Stato Italiano, le possibilità applicative della musicoterapia e quindi conseguentemente le opportunità professionali per il musicoterapeuta non sono poche: case di riposo, case famiglia, cooperative sociali, scuole, hospice, comunità, case circondariali, associazioni ecc.

A chi si rivolge il corso di formazione del CSMAV?

Si rivolge a insegnanti, educatori, psicologi, medici, terapisti della riabilitazione, musicisti, operatori della Sanità, operatori che esercitano nei servizi socio-sanitari, purché in possesso dei requisiti richiesti per l’ammissione.

Quali caratteristiche deve avere un musicoterapista?

Il musicoterapista è un professionista specializzato nell’applicazione della musica e degli elementi musicali alle pratiche terapeutiche. Oltre alle competenze musicali deve possedere buoni doti comunicative e capacità di instaurare un rapporto di fiducia con il proprio utente attivando capacità relazionali nell’ambito della relazione di cura.

Gli utenti devono essere musicisti?

Nell’utenza non è necessaria la competenza musicale. La Musicoterapia infatti si fonda sull’assunto che ogni essere umano porta in sé una musicalità innata e una predisposizione al suono e al ritmo.

Quali capacità acquisisco con il corso triennale di formazione in musicoterapia del CSMAV?

Nel corso del triennio formativo lo studente avrà l’opportunità di apprendere tecniche, metodi e contenuti storico-scientifici indispensabili per attuare interventi e progetti di musicoterapia nei diversi ambiti applicativi. Inoltre lo studente potrà acquisire consapevolezza della propria identità sonoro-musicale e di sviluppare l’attitudine all’ascolto e alla relazione, caratteristiche fondamentali per esercitare la professione di musicoterapista.

Che impegno mi richiede?

Il corso ha una durata triennale per un monte ore ore complessivo di 1200 ore di attività suddivise in 900 ore di formazione (lezioni frontali, laboratori, studio domestico e tutoring) e 300 ore di tirocinio (a partire dal secondo anno).
Le lezioni si svolgono da ottobre a settembre, in w.e. a cadenza quasi sempre mensile, per un totale di 12 w.e.

Come cambia il mio lavoro solito?

Se già operi in ambito sociale-terapeutico lo fai animato da uno spirito di cura e servizio e nel lavoro cerchi un senso che non sia solo quello produttivo. Sai già come attivare professionalmente una corretta relazione in equipe e individuale, e sai quanto sia fondamentale frequentare un percorso di conoscenza di sé e di autoeducazione. Durante la formazione approfondisci l’aspetto artistico e la visione dell’uomo e del mondo. Con ciò oltre a ripristinare le energie assorbite e consumate acquisisci una maggiore sicurezza nei tuoi mezzi e sviluppi creatività per affrontare anche le sfide terapeutiche più difficili.

La legge 4/2013 ha portato il riconoscimento?

La legge 14 gennaio 2013 nr. 4 nasce per disciplinare le professioni non organizzate in ordini e collegi. All’art. 7 comma c recita: Al fine di tutelare i consumatori e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali, le associazioni professionali possono rilasciare ai propri iscritti, previe le necessarie verifiche, sotto la responsabilità del proprio rappresentante legale, un’attestazione relativa: agli standard qualitativi e di qualificazione professionale che gli iscritti sono tenuti a rispettare nell’esercizio dell’attività professionale ai fini del mantenimento dell’iscrizione all’associazione.
La legge quindi NON riconosce la professione del musicoterapista ma regolamenta le associazioni che offrono ai loro iscritti formazione in vari ambiti in base all’elenco del MiSE (Ministero per lo sviluppo economico) che comprende tra l’altro figure come tributaristi, amministratori di condominio, urbanisti, pubblicitari, wedding planner, grafici (elenco completo www.mise.gov.it)

La Legge Lorenzin?

La Legge Lorenzin, 3 gennaio 2018 Nr. 3, sulla riforma degli Ordini professionali e le sperimentazioni cliniche, nel suo art. 5 istituisce l’area delle professioni sociosanitarie ed individua il percorso procedurale necessario per l’individuazione di nuovi profili professionali. Nell’area professionale vengono ricompresi i preesistenti profili professionali di OSS (Operatore Socio Sanitario), del Sociologo, dell’Educatore professionale e dell’Assistente sociale.
Solo alcune scuole di formazione in Musicoterapia stanno perseguendo la strada del riconoscimento della professione di musicoterapeuta con l’intento di collocarla nell’area socio-sanitaria della Legge Lorenzin.
Il CSMAV offre una formazione prettamente clinica finalizzata a tale riconoscimento.

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